dildo, 2002, ceramic, luster, 20x65x30 cm, dimensions variable
dildo, 2002, ceramic lustrous, (detail)
meringa, 2022, porcelain, 12x6x16 cm.
meringa, 2022, porcelain, 17x14x16 cm.
meringa, 2002, ceramic luster, 8,×18,5×13 cm
due meringhe, 2002, ceramic luster, 7,5×20,5×14 cm
cervello, 2022, porcelain, 17x7x22 cm.
senza titolo, 2022, porselain, 19x12x9 cm.
penis (peso specifico), 2022, porcelain, 10x7x14 cm.
dildo e champagne, 2002, ceramic and box, 28x39x27 cm
penepesce, 2001, ceramic, 3,5×23,5×11 cm
penepesce e champagne, 2001, painted ceramic and box, 12,5x33x10 cm
nasipeni, 2002, ceramic luster, 16x13x16 cm
nasipeni, 2001, ceramic, 13,5x19x16,5 cm
senza titolo,2001, watercolor on paper, 18×25 cm
senza titolo, 2002, ceramic, dimensions variable, 14x42x13 cm
senza titolo, 2002, ceramic, dimensions variable, 12x43x9 cm
nasoorecchie, nasobolle, nasofoglie, 2001, ceramic, 20,5x9x11 cm,20,5x9x10,5, 20×9,5×12 cm
aNoses and penises, dildos and champagne, cream and snakes, hybrid and fragmentary animal forms…the pleasure of a visionary euphoria that has been given free rein in this series of ceramics can hardly be ascribed to a single genre. Irony, surreal playfulness, or candid metaphor: these are the rhetorical figures elicited by the artist in a continuous shifting of sense that ranges from culinary seduction to erotic tasting. Not to mention that perhaps behind all this there lies another level entirely within the ceramic technique, constantly changing registers, passing easily from a firing to the third firing to the biscuit firing, from a colorful underglaze to glazed surfaces … not to mention the transformation of ‘raw’ earth to ‘cooked’ earth, a real technical alchemy. “Carol Rama’s slender alcove distillations come to mind, expertly misplaced among the corners and drawers, trinkets and exhibitions of personal objects that have fain become fetishes. Something like that happens – it’s not difficult to verify – to Andrea’s willowy amanite, and there is always a metaphorical interest – a game. There’s nothing more exotic, nor more apt for interpreting a sexual fantasy than a mushroom, a deep-sea fish, or a insect.” (Michele Dantini).
Nasi e peni, dildo e champagne, panna e serpentelli, forme animali ibride e frammentarie…è il piacere di un’euforia visionaria che si lascia andare in questa serie di ceramiche difficilmente riconducibili in un unico genere. Taglio ironico, gioco surreale o la candida metafora queste sono le figure retoriche innescate dall’artista, in un continuo slittamento di senso che spazia dalla seduzione culinaria alla degustazione erotica. Senza dimenticare che forse dietro tutto questo si cela un altro livello tutto interno alla tecnica ceramica, variando continuamente registri si passa con disinvoltura da una cottura al terzo fuoco a quella a biscotto, da cromatismi sottosmalto a superfici smaltate…per non parlare della trasformazione della terra “cruda” in panna “cotta”, una vera alchimia tecnica. “Vengono pure in mente le sottili distillazioni d’alcova di Carol Rama, sapientemente smarrita tra angoli e cassetti, chincaglierie e rassegne di oggetti personali divenuti lievemente feticci. Qualcosa del genere accade – non è difficile verificare – alle flessuose amanite di Andrea, ed è sempre presente un interesse metaforico – un giuoco. Niente di più esotico, nè di più disponibile a interpretare una fantasia sessuale, del fungo, del pesce di profondità, dell’insetto.” (Michele Dantini)